La Gazzetta del Mezzogiorno
31 Maggio 2018
Nei Cieli Liberi a Colpi di Forbici
Esperienze di Collages con Agnese Purgatorio
di Pietro Marino
Non sono soltanto una speranza o un sogno, i «Cieli Liberi e Sgombri» proposti da una interessante esperienza di arte visiva compiuta nel Centro di salute Mentale di Bari. Sono l’esito di una ricerca che ha coinvolto per un anno intero una ventina di utenti del centro diretto da Maristella Buonsante con competenza e ardimento. Il laboratorio è stato guidato da Agnese purgatorio, la nota artista barese, spesso impegnata nel sociale.
L’evento richiede attenzione perché va ben oltre le convenzionali pratiche di «arte-terapia». A partire dal tema prescelto: quello dell’autoritratto. Non nel senso di disegnare o dipingere se stessi o farsi un selfie. Ma di esprimere la soggettività interiore in confronto col mondo esterno. Ma questo è il leitmotiv delle rivoluzioni moderne dell’arte: soggettività che non teme di interrogare il proprio inconscio, si mette «allo specchio», quindi si «esprime». E se lo specchio si frantuma, i disagi dell’artista si confrontano e si confondono con i disagi del mondo.
E’ il senso delle maggiori avventure del Novecento, che Agnese Purgatorio ha fatto conoscere ai suoi «allievi» – in gran parte donne – e nelle quali si sono riconosciuti. Con entusiasmo sorprendente: nel video finale che è stato prodotto, dichiarano di voler elevare «i nostri canti dada».
Coerente con l’approccio non convenzionale è il mezzo espressivo «moderno» adottato: il collage fotografico. Quello caro in particolare a Dada, appunto – specie il Dada berlinese. Metodo che Agnese adopera nei modi maturi di fotomontaggio digitale per evocare storie ad alta valenza emotiva e simbolica. Qui ha messo a disposizione riviste e pubblicazioni da cui ciascuno ha potuto scegliere in libertà immagini da ritagliare con le forbici, incollare e comporre (processi – osserva acutamente la Buonsante – analoghi in psichiatria alle categorie cliniche di proiezione, rimozione e scostamento).
Ne sono risultate una cinquantina di tavole nelle quali le figure ritagliate (anche di se, ma non sempre) evocano frammenti di storie, fantasie, desideri, turbamenti, coinvolti nella frammentazione del mondo di oggi. Senza paura di passare anche all’astrazione. Con una «qualità» complessiva superiore a quella di molte mostre di «professionisti». Ma non sta qui il punto. Nell’arte che si dice contemporanea conta sempre più il processo rispetto al prodotto. E la volontà – capacità di relazione, partecipazione, coinvolgimento. Condizioni espresse nel laboratorio di Bari con il confronto costante fra allievi e tutor e nell’operare attorno ad uno stesso tavolo. Una esperienza che «è valsa molto più delle mie pillole», ha detto uno degli «artisti» nell’incontro di presentazione. Verrebbe da prenderla come esempio per tutti, in un tempo in cui sembra vacillare la salute mentale di questo Paese. Le prove sono visibili presso il Centro di Salute Mentale di Bari (via Pasubio 173) sino al 13 giugno. Ma solo il martedì dalle 15 alle 18:30 oppure su appuntamento (tel. 0805842103).