Maristella Buonsante: Progetto Bauhaus
Video intervista – 15 maggio 2015

Costruzione di uno spazio residenziale “casa” lungo le coordinate dello psico-design,
soluzioni abitative domotiche elaborate attorno allo spazio relazionale.

Un progetto di:
Maristella Buonsante – direttore Centro di Salute Mentale area 6 ASLBA, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta
Enzo Rubino – Project Manager
Onofrio Depalma – Psicologo

Il Territorio metafora delle relazioni umane

Ispirandosi alle tesi di Philippe Ariès, storico francese che ha parlato di uno spazio sociale progressivamente svuotato della fecondità relazionale, il Progetto Bauhaus vuole ripensare la residenzialità del territorio (M. Buonsante, “spazio delle relazioni”) offrendo la possibilità di un restauro della sua identità attraverso soluzioni abitative che rimettono al centro l’interazione fra interno ed esterno,origine della relazioni. Il sistema delle relazioni umane è passato da una prospettiva orizzontale, dove l’individualità è vissuta in uno spazio trasparente ( “i centri storici” delle città mediterranee), ad un sistema abitativo verticale, le “case alveare” delle odierne periferie, che promuovono l’isolamento e quindi la paranoia e il disagio.

Il Restauro dell’Identità Territoriale

La visione: bisogna quindi tornare ad uno spazio che sia condivisibile e non esclusivamente condiviso, in cui potersi sentire accolti ( con funzione di HOLDING), “abbracciati”, senza il rischio di isolarsi, ma mantenendo la possibilità di un’identità distinta e non con-fusa. Dev’essere dunque possibile all’individuo non solo STARE ISNIEME, ma anche STARE SOLO. Lo spazio abitato diviene BINARIO per guidare l’interazione umana. Le parti interne ed esterne dell’abitare l’area riabilitativa saranno connesse fra loro: non solo parti comuni, ma anche monovani privati, domotici, animati nel tempo e nello spazio dalla natura e dalle esperienze (ricordi, progetti, attualità) delle persone che li abitano.

Il Restauro Conservativo del Sé

In una prospettiva della riabilitazione del disagio psichico, quindi, intervenire su uno spazio che ha riacquistato la sua funzione relazionale significa concepire interventi multilivello cosi come la disgregazione del Sé avvenuta sui differenti strati dell’identità. Lo PSICO-DESIGN si propone di superare il modello “manicomiale” dell’isolamento, di arricchire il modello residenziale dello “spazio trasparente”, connettendo gli ambienti al fruitore, esplorando la comunicazione anche attraverso il corpo, recuperando un senso d’identità capace di oscillare fra l’interno e l’esterno, il dentro e il fuori, sul modello dell’ambiegualità come illustrato nel test di Rorschach.


Questo progetto deve il suo nome all’impulso innovativo che Le Corbusier e il gruppo Bauhaus ( W. Gropius P. Klee, V. Kandiskj, L.M. van der Rhoe) ebbero nel campo dell’architettura e del design nei primi anni del  secolo e propone di creare strutture residenziali riabilitative la cui distribuzione dello spazio è pensata con un cuore centrale condiviso da monovani domotici, a replica di forme e strutture naturali (configurazione “a fiore”), un’animazione di poche ore al giorno e una guardiana a h/24 e reperibilità.


Ariès – “Centuries of Childhood” et al.

Maristella Buonsante et al. – Verso un restauro conservative dell’identità. Analisi della costruzione del contesto psico-riabilitativo territoriale ( in corso di stampa)

E.Tanzarella- “Il restauro dell’identità territoriale nel servizio pubblico psichiatrico: verso un modello d’intervento”. (Tesi di Laurea, Relatore: Maristella Buonsante)

Maristella Buonsante in Bianco a colori (Brava Casa Indonesiana, Corriere.it, Brava Casa Italia et altrove)

SulloPsico-Design: living.corriere.it

Una casetta sui Navigli ( in corso di stampa)

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